Feliciano Ballarani: un uomo che ha lasciato spazio all’azione di Dio
Trent’anni di presenza nel servizio, in piena gratuità, nell’accoglienza e nella promozione di coloro che, poveri, ha cercato e incontrato sulla sua strada, con la presenza della moglie Irma che ha condiviso con lui ques’amore agli altri. Un uomo che ha lasciato spazio all’azione di Dio. Pensando a Feliciano Ballarani che ci ha lasciati appena due mesi fa, lo sguardo corre ai tanti detenuti incontrati, accolti, seguiti, alle molte delusioni e ad altrettanti percorsi che hanno ridato vita e speranza a uomini e donne segnati dalla sofferenza. Pensando ancora a Feliciano vedo la storia dell’Associazione Perugina di Volontariato, l’APV appunto come dai più è conosciuta; penso alle quasi ottocento persone che in tempi diversi, dall’1986 ad oggi si sono avvicinate a questo “strumento di servizio ai poveri” per condividere cammini di fede concreta e di solidarietà operosa. Allora sfogliando a ritroso tra le carte, trovo già dopo tre anni dalla nascita dell’APV traccia della presenza di Feliciano. Ricordo che oltre ad essere stato a lungo segretario, ne è stato il presidente autorevole per il suo servizio diretto soprattutto in carcere. Ogni occasione è stata opportuna per toccare il cuore di persone che si volevano rendere disponibile al volontariato con gli anziani, con i detenuti, con i malati dell’ospedale e per questo uno degli strumenti sono stati i corsi di formazione promossi e costruiti per almeno due decenni da Feliciano. Ripercorerre i documenti dell’APV si impara a riconoscere il tanto lavoro del nostro con la sua bella calligrafia e il suo ordine, penso allora anche alla sua creatività di pittore di cui altri potrebbero dire molto; la sua dedizione e attenzione nel fare le cose lo portava a curare i dettagli di ogni aspetto. Ho trovato un suo disegno a china per la locandina del corso al volontariato del 1996 che testimonia l’amore e la cura del dettaglio. Il primo logo APV è suo, insomma per lungo tempo quando si parlava di Feliciano si parlava dell’Associazione. Scoprire le tante relazioni intessute negli ambiti più diversi, dice lo spessore dell’uomo che è stato infaticabile, perseverante e scrupoloso. La sua capacità di vedere e valutare le persone che si avvicinavano quali aspiranti volontari, lo portava nella verità e con una risolutezza che poteva sembrare poco accogliente, a dire che non tutti potevano intraprendere questa strada per la quale è necessaria una capacità di relazione d’aiuto indispensabile nel sostenere chi fa più fatica nel proprio cammino di vita: insomma il volontariato è una cosa seria che comporta responsabilità e fedeltà agli impegni. Come non sottolineare lo spessore della sua persona che nella presenza con Irma in carcere si era conquistato la stima e il rispetto dei tanti operatori penitenziari che avevano in Feliciano un riferimento credibile dell’attività del volontariato all’interno della struttura. Efficace nell’ organizzazione, incisivo nell’azione, concreto in tutto, per non pochi volontari è stato un amico e un maestro-formatore. Davvero Feliciano è stato uno strumento dell’amore del Padre che in Gesù ci ha dato il modello da imitare perché la vita sia vissuta in pienezza.
Maurizio Santantoni