LIBERA-MENTE: l’uso responsabile della libertà. I gruppi di auto-mutuo-aiuto nella sezione Penale del carcere
Terzo anno consecutivo di questa esperienza, dal titolo “Libera-mente” che ha avuto per tema l’uso responsabile della libertà. Questo tema si è rivelato centrato ed ha suscitato parecchio interesse, confronto e dibattiti tra i detenuti che vi hanno partecipato. I gruppi sono stati promossi dai volontari APV Simone Palazzolo – conduttore/facilitatore, coadiuvato da Martina Barro e Marisa Giansante.
In questo primo semestre del 2014 si sono tenuti 2 gruppi distinti, con partecipanti diversi, uno il lunedì pomeriggio, l’altro il venerdì pomeriggio. Il gruppo n°1 si è concluso anticipatamente rispetto al previsto ed è durato per 15 incontri, dal 07/01/14 al 28/04/14. Il gruppo n°2 invece è arrivato alla conclusione prevista di Giugno avendo effettuato 23 incontri. In totale, nei due gruppi, sono stati quindi effettuati 38 incontri. La presenza media in entrambi i gruppi è stata di 5/7 persone con un nucleo di assidui di 3/4 a incontro. Ai due gruppi hanno partecipato complessivamente 34 persone diverse.
L’esperienza nei gruppi è centrata molto sull’ascolto, l’accoglienza e la condivisione, atteggiamenti che permettono di familiarizzare abbastanza nel gruppo e creano un clima di fiducia. Da sottolineare che il maggiore benessere che ne deriva loro è stato il sentirsi considerati persone degne di rispetto malgrado i reati e gli errori commessi. Tutti indistintamente hanno vissuto il gruppo come uno spazio positivo e le defezioni, o la conclusione anticipata di uno dei gruppi, rappresentano il normale avvicendarsi di trasferimenti, uscita dal carcere per fine pena, demotivazione, condizioni particolari di salute e non ultimo un senso di impotenza e frustrazione che coglie alcuni quando prendono consapevolezza di un cambiamento possibile, ma si accorgono di non avere risorse sufficienti per metterlo in atto.
Ancora una volta ci sono stati passaggi di grande umanità e di chiara presa di coscienza da parte delle persone più sensibili e abbiamo avuto modo di affrontare aspetti che normalmente non vengono considerati. In questo senso la fecondità del gruppo di auto-mutuo-aiuto, seppure un po’ celata e poco appariscente, rimane effettiva ed efficace e sicuramente incide in maniera indelebile nei cuori delle persone. Il momento rieducativo è in ogni caso sentito e anche apprezzato. C’è stata anche al possibilità di incontri individuali per sostenere le persone in passaggi difficili delle loro relazioni sia interne che esterne al carcere; ciò ha avuto un effetto benefico anche nel gruppo.
Esiste una possibilità di riscatto per ciascun detenuto, un possibile ritorno al senso pieno e positivo della vita, ma ciascuno coniuga questa possibilità con i propri ostacoli interiori e i propri vissuti dolorosi (dietro un reato c’è sempre un disagio); una sfida nel gruppo di auto-mutuo-aiuto è trovare la frequenza su cui sintonizzarsi volta per volta per dare la possibilità alle persone di esprimere il proprio modo di sentire e i percorsi che hanno condotto a delle scelte sbagliate. L’espressione porta a consapevolezza, l’ascolto e l’accoglienza danno tempo e modo di riflettere. Se rifletti capisci meglio ciò che è bene per te e per il tuo prossimo… da qui spesso riparte una vita migliore. E’ una chance che ci giochiamo ad ogni incontro e, sinceramente, a volte si ha l’impressione che abbiamo vinto tutti.
A cura di Simone Palazzolo